Giorno del ricordo

Pubblicato il 10 febbraio 2022 • Cultura

 “Ci chiamavano fascisti
  Eravamo solo italiani
  Italiani dimenticati
  In qualche angolo della memoria
  Come una pagina strappata
  Dal grande libro della storia”

[Magazzino 18, Simone Cristicchi]

Il 10 febbraio ricorre il Giorno del Ricordo, solennità civile italiana deputata a ricordare i massacri delle foibe, perpetrati ai danni dei nostri connazionali per mano dei comunisti jugoslavi, e il conseguente esodo giuliano-dalmata. Sento, in qualità di Sindaco di Barasso, il dovere di portare l’eccidio delle foibe all’attenzione di tutti poiché, per troppo tempo, questo evento orribile e drammatico della nostra storia è stato offuscato, messo in disparte, non considerato. Ancora oggi la conoscenza di questi eventi permane distorta e oggetto di inaccettabili polemiche politiche tra chi tende ad ingigantire e chi a sminuire i fatti per mera convenienza politica. Almeno tra i 7000 ed i 15mila italiani vennero trucidati dai partigiani titini e gettati nei grandi inghiottitoi carsici affinché non ci fosse più traccia di loro, affinché si perdesse ogni loro identità. Fu il tentativo di nascondere una pulizia etnica che interessò fascisti, comunisti, monarchici, cattolici, repubblicani, socialisti e liberali italiani. L’inizio della cacciata dei nostri connazionali dai territori dell’Istria, della Dalmazia, da Fiume e dalla Venezia Giulia orientale.

Di seguito l’intervento del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella del 10 febbraio 2020:

«Non si trattò - come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare - di una ritorsione contro i torti del fascismo. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni. Solo dopo la caduta del muro di Berlino - il più vistoso, ma purtroppo non l'unico simbolo della divisione europea - una paziente e coraggiosa opera di ricerca storiografica, non senza vani e inaccettabili tentativi di delegittimazione, ha fatto piena luce sulla tragedia delle foibe e del successivo esodo...»

Occorre ricordare e soprattutto raccontare, in special modo ai più giovani, che non esistono morti di serie A e morti di serie B. Avere ricordo delle foibe e dell’esodo Giuliano-Dalmata è un dovere al quale nessuno può sottrarsi.

IL SINDACO
Lorenzo Di Renzo Scolari